Anonimasequestri
mar 08 ott
|Europa Teatri
Nella Sardegna degli stereotipi e delle cartoline, nel pieno del conflitto identitario di una generazione orfana, due attori cercano un ruolo, fra film e fiction su sparatorie e sequestri.
Dove e quando
08 ott 2024, 21:00
Europa Teatri, Via Oradour, 14, 43123 Parma PR, Italia
Info
Biglietto intero €8, ridotto €5 (under18, studenti, Argento Vivo)
in vendita online a questo link, in tutti i punti vendita Vivaticket o nel luogo di spettacolo da un'ora prima dell'evento
un sequestro organizzato da Leonardo Tomasi
Vincitore Premio Scenario 2023
Arrabattandosi tra provini perfiction sul banditismo e spot turistici, duetrentenni sardi provano a sbarcare il lunario cercando il ruolo più adatto a loro.Ispirati da un contorto senso identitario, armati di berritas e birrette Ichnusa, idue organizzanofinti sequestri di persona, in onore dei vecchi fasti della propriaterra.L’associazione culturale e a delinquere si rivela di successo, ma cosa accadequando il ruolo terroristico inizia a coincidere con la loro identità?In scena c’è un tavolo, una banda di criminali, qualche pacco di patatine, dellebottiglie di Ichnusa e un ingombrante orgoglio sardo.In un misto fra teatro documentario, sagre di paese efilm poliziotteschi anni '70,i banditi provano battute, studiano piantine, organizzano il piano per il prossimocolpo, davanti a un pubblico complice e sequestrato.anonimasequestriè la richiesta di un riscatto identitario; è il rapimento diignoti; il tentativo fallimentare di darsi alla macchia nella speranza di venirearrestati, segnalati, chiamati per nome.
Manifesto criminale
“Hai mangiato?” - Nonna
Ogni banda criminale che si rispetti ha un motto, una dichiarazione d’intenti,una chiara identità. Questo è dunque il nostro manifesto.
Il luogo
L’abbiamo redatto seduti a tavola. Sopra ci abbiamo messo birra ichnusa, patatine crocchias, una bozza di sceneggiatura, una calibro 38. Abbiamo discusso, bevuto, mangiato, fumato, giocato a morra, guardato delle puntate di Distretto di Polizia. Il tavolo non è nemmeno apparecchiato. I fili della tecnica sono lasciati a vista, intrecciati, manca la tovaglia e il centrotavola, è pieno di briciole. Questo è lo stile, quello del non-finito-sardo, movimento stilistico architettonico proprio delle palazzine di provincia campidanesi, la cui costruzione non ha mai fine. Questa è la nostra identità. Non c’è il bagno e mancano le finestre.
Il piano
Prima c’è il primo, poi c’è il maialetto e poi frutta secca, caffè, ammazzacaffè e il bicchiere della staffa. Si farà cena e si ricomincerà.Saremo lì, in queste nostre domeniche fra amici, dove faremo piani, studieremo cartine, ci daremo ruoli e nomignoli, citeremo Clerks, o Le Iene. A vederci da fuori potrebbe essere un cortometraggio. Il fascino romantico della balentìa, del pranzo nell’entroterra barbaricino dagli zii. A vederci da fuori. Ma nessuno si alza dal tavolo, perciò noi non ci vediamo da fuori.
Il sequestro
Organizziamo sequestri di persona su commissione. Poi ci dividiamo il riscatto. Al resto ci pensa la nonna. Vitto e alloggio. Vi chiederà perché non state mangiando. Sequestrare una persona richiede impegno, il minimo è saper fare un bel sugo alla campidanese. Sequestrare una persona significa restare con lei, prendersene cura, parlarci sempre a volto coperto e camuffando la voce. Sequestrare significa essere sequestrati. Un’opera poetica, una dichiarazione d’amore. Nulla dovrà andare storto, ripasseremo la parte fino a saperla a memoria, fino ad immedesimarci. Poi faremo le nostre richieste.
Il riscatto
Vogliamo parlare. Parlare di noi. Lo faremo in sardo, citando Gramsci e Grazia Deledda. Ogni tanto racconteremo qualche barzelletta. Alcune notizie sulla provincia, sul prezzo del latte e quella volta che abbiamo fatto l’autoscontro coi carrelli nel parcheggio del Carrefour. Le nostre gesta saranno quelle di nobili banditi, ci daremo alla macchia e giocheremo a briscola. Poi si farà una certa e dovremo andare. Forse ci saluteremo.
E a un certo punto, all’improvviso, trascorse alcune domeniche senza vederci, appuntamenti fra provini, colloqui di lavoro, e seri impegni di vita, subentrerà la Sindrome di Sardegna, variante minore e meridionale del famoso fenomeno psicologico (Sindrome di Stoccolma), dove l’ostaggio si affeziona ai luoghi, anziché ai carcerieri.
E dunque tornerete, e sarà di nuovo domenica. Tornerete a raccontarci gesta di anonimi banditi, a sequestrare la vita, a vederci da fuori.
Leonardo Tomasi (1996), si occupa di teatro come attore, regista edrammaturgo. Ha collaborato come attore per diverse realtà, come SardegnaTeatro, Batisfera, Alessandro Serra, Giorgina Pi, Meridiano Zero,NuovoTeatroSanità, L’Effimero Meraviglioso. Si forma fra diversi workshop eprogrammi di alta formazione (ERT/Laika Theater of Senses, IDRA Factory,Frosini/Timpano, Fratelli Dalla Via), partecipando a programmi di residenzecreative come R-evolution e DeStructura. Negli ultimi anni sviluppa lavoriteatrali in collaborazione con vari gruppi e singoli artisti, in una ricercainteressata alla partecipazione del pubblico e al fallimento del racconto.
un sequestro organizzato da Leonardo Tomasi / con Federico Giaime Nonnis, Daniele Podda, Leonardo Tomasi e un ostaggio / dramaturg e assistente alla regia Sonia Soro / disegno luci Elia Porcu / sviluppato in residenza presso Teatro Due Mondi / con il sostegno di Scenario ETS / una produzione Teatro Metastasio di Prato e Sardegna Teatro
Vincitore Premio Scenario 2023